Come progettare un impianto water mist? Come effettuare la manutenzione su di esso? La normativa UNI EN 14972

Come progettare un impianto water mist? Come effettuare la manutenzione su di esso? La normativa UNI EN 14972

Nell’articolo del nostro blog “Tutto quello che devi sapere sul water mist” abbiamo parlato del funzionamento, delle tipologie e delle applicazioni dei sistemi ad acqua nebulizzata.

In questo articolo approfondiremo invece la normativa UNI EN 14972, la norma europea sui sistemi water mist.

Introduzione alla normativa UNI EN 14972

La EN 14972-1:2020 è stata pubblicata il 23 dicembre 2020 andando a sostituire la specifica tecnica europea fino ad allora in vigore (CEN/TS 14972:2011). L’UNI ha recepito interamente tale norma europea e dal 25 febbraio 2021 è entrata a far parte del corpo normativo italiano (UNI EN 14972-1:2021).

La norma è strutturata in 17 parti, di cui la parte 1 specifica i requisiti e fornisce informazioni sulla progettazione, installazione, controlli e manutenzione di tutti i tipi di sistemi water mist (bombolari o con gruppo di pompaggio, con ugelli automatici o aperti).

Le parti da 2 a 17 rappresentano i protocolli di prova al fuoco per i quali la norma si applica.

Una grossa novità introdotta nella norma è sicuramente la definizione in maniera chiara, per le applicazioni coperte dai protocolli di prova, dei requisiti minimi in termini di tempo di durata della scarica e, nel caso di sistemi water mist con ugelli automatici, di area operativa. La norma dedica un intero annesso (B) al tema dell’area operativa per i sistemi con ugelli automatici, presentando una serie di esempi di calcolo.

Principali Novità della UNI EN 14972-1:2021

Definizione di Area operativa

Per gli ugelli automatici:

  • area massima sulla quale, ai fini progettuali, si presume che gli ugelli water mist si attiveranno in caso di incendio;

Per gli ugelli aperti:

  • tutti gli ugelli inclusi in una sezione

Per le applicazioni con ugello automatico, il requisito di dimensionamento dell’impianto è discriminato oltre che dalla determinazione dell’area operativa, anche su una quantità minima di ugelli automatici, indicati nella norma nello specifico caso e riferiti allo specifico protocollo di prova.

Quest’ultimo requisito evidenzia un distacco dalle logiche di dimensionamento degli sprinkler convenzionali che, nella versione del 2011, era molto consolidato.

Per esempio, relativamente alla protezione di uffici, ristoranti, hotel, biblioteche, ecc., ricadenti nel protocollo di prova UNI EN 14972 parte 3, e che rientrano sostanzialmente nella classe di pericolo incendio OH1 (rif. UNI EN 12845:2020) oltre alla determinazione dell’area operativa, si dovrà effettuare il dimensionamento del gruppo di pompaggio e della riserva idrica considerando l’intervento di un numero minimo di ugelli automatici water mist pari a 6, indipendentemente dalla spaziatura e dalla portata degli ugelli testati durante i fire test.

Area idraulicamente più favorevole/sfavorevole

 Zona Idraulicamente più Favorevole

  • Area di funzionamento per la quale il flusso d’acqua è al massimo per una pressione specificata, misurata sulla valvola di controllo o sul gruppo pompa.

 Zona Idraulicamente più Sfavorevole

  • Area di funzionamento per la quale la pressione del sistema, misurata sulla valvola di controllo o sul gruppo pompa, deve essere al massimo per raggiungere la portata specificata.

Innovazioni nelle alimentazioni idriche

Rispetto alla precedente versione un‘altra importante novità riguarda la possibilità di progettare le riserve idriche a capacità ridotta, ovviamente garantendone un reintegro che assicuri la portata richiesta dal sistema water mist. Nel caso in cui questo reintegro sia a mezzo di apparecchiature alimentate elettricamente, queste ultime devono essere monitorabili, ridondate ed alimentate da linea elettrica di emergenza.

Se si progetta con riserva idrica ridotta devono essere rispettati i seguenti parametri:

  • 5 min di tempo di funzionamento del sistema di pompaggio se il tempo di scarica del sistema è inferiore a 30 min;
  • 10 min di tempo di funzionamento del sistema di pompaggio se il tempo di scarica del sistema è superiore a 30 min.

Vengono definite accettabili le seguenti tipologie di alimentazioni:

  • acquedotto,
  • bombole,
  • serbatoi in pressione o a gravitazione,
  • serbatoi/pozzi/vasche con pompe di aspirazione.

Inoltre, nel caso in cui la strategia antincendio richieda alimentazioni idriche a più alto grado di affidabilità e disponibilità, la norma ritiene accettabili le alternative:

  • nel caso di acquedotto, questo deve essere connesso al circuito nei due punti estremi,
  • nel caso di serbatoi in pressione o a gravitazione, questi non devono essere a capacità ridotta,
  • nel caso di serbatoi/pozzi/vasche con pompe di aspirazione, queste devono essere ridondate.

Rispetto alla precedente versione del 2011, sono stati rimossi invece i due annessi inerenti rispettivamente la determinazione misura delle dimensioni delle goccioline d’acqua e le prove di stress meccanico e funzionali sugli ugelli.

Per quali applicazioni non possono essere utilizzati i sistemi water mist?

I sistemi water mist si adattano a molteplici applicazioni ma non devono essere utilizzati nei casi in cui l’applicazione di acqua può causare rischi aggiuntivi.

Non devono essere utilizzati per l’applicazione diretta a gas liquefatti a temperature criogeniche (come il gas naturale liquefatto), che bollono violentemente se riscaldati dall’acqua.

I materiali che reagiscono con l’acqua includono: metalli reattivi, come litio, sodio, potassio, magnesio, titanio, zirconio, uranio e plutonio; alcossidi metallici, come metossido di sodio; ammidi metalliche, come l’ammide di sodio; carburi, come il carburo di calcio; alogenuri, come cloruro di benzoile e cloruro di alluminio; idruri, come litio alluminio idruro; ossialogenuri, come ossibromuro di fosforo; silani, come triclorometilsilano; solfuri, come pentasolfuro di fosforo, cianati, come metilisocianato.

Raccomandazioni utili per l’area da proteggere

Ventilazione nell’area protetta

Ove possibile, il sistema di ventilazione deve essere spento prima che il sistema entri in funzione. Nei casi in cui ciò non è possibile, la velocità dell’aria deve rientrare nei limiti specificati dal manuale DIOM (di cui si parlerà nel paragrafo successivo).

Carburante e altri combustibili utilizzati nell’area protetta

Durante un incendio deve essere prevista la possibilità di interrompere qualsiasi fornitura di sostanze combustibili aggiuntive come parte delle procedure di emergenza di spegnimento, ad eccezione della fornitura minima per i sistemi funzionanti di emergenza. Questo punto deve essere preso in considerazione anche quando si specifica il periodo di esercizio.

Alimentazione delle apparecchiature nell’area protetta

Normalmente, gli alimentatori ad alta tensione delle apparecchiature nell’area interessata devono essere disattivati all’attivazione del sistema water mist o al rilevamento di un incendio. Fanno eccezione le forniture minime per i sistemi operativi di emergenza. Laddove ciò non sia possibile, le disposizioni devono essere conformi al manuale DIOM.

Il ruolo cruciale del DIOM

Un’altra importante novità della nuova versione della norma è l’introduzione del DIOM (manufacturer’s design, installation, operation and maintenance manual).

Si tratta di un manuale di progettazione, installazione, funzionamento e manutenzione che deve essere consegnato per ciascun sistema water mist e deve essere specifico ad ogni protocollo di prova antincendio.

Il manuale DIOM deve essere datato e deve essere identificabile con un numero di riferimento o una data e uno stato di revisione per chiarire la versione corrente.

Le informazioni in esso contenute devono includere almeno quanto segue, ove applicabile:

a) tipo e identificazione del sistema;

b) occupazioni applicabili con eventuali limitazioni;

c) descrizione dei pericoli;

d) limiti di ventilazione e condizioni ambientali;

e) limitazioni dell’area e della stanza;

f) requisiti sulla separazione resistente al fuoco;

g) parametri di progettazione:

  • tipo di ugello e identificazione univoca del modello,
  • numero di ugelli operativi o area di intervento,
  • additivi (se utilizzati),
  • pressione minima di esercizio,
  • pressione specifica per l’avvio automatico del primo gruppo pompa al diminuire della pressione nel sistema water mist,
  • portata minima all’ugello e massima pressione all’ugello,
  • altezza minima e massima del soffitto,
  • volume o area minimo e massimo,
  • distanza minima e massima tra gli ugelli,
  • parametri di orientamento, installazione e posizionamento degli ugelli,
  • requisiti riguardanti gli ostacoli (es. Distanza minima da travi, ostacoli agli spruzzi),
  • tipo di sistema di rilevazione incendi (se utilizzato nella prova antincendio),
  • distanza minima / massima dell’elemento di rilascio termico da sotto il soffitto,

h) elenco dei componenti critici compatibili con il sistema water mist (es. ugelli, innesco, segnalazione e valvole),

i) requisito minimo per la qualità dell’acqua e / o del gas di nebulizzazione,

j) calcoli idraulici o altri metodi di dimensionamento (es. sistemi pre-ingegnerizzati, accumulatori sistemi],

k) additivi (se applicabile):

  • tipo specifico;
  • concentrazione specifica;
  • metodo di miscelazione dell’additivo con acqua;
  • metodo di manipolazione della miscela additivo/acqua durante il ciclo di vita;
  • scheda di dati di sicurezza dei materiali degli additivi;
  • spiegazione degli effetti degli additivi;

l) eventuali vincoli critici per il funzionamento del sistema water mist (ad esempio informazioni su piastre di copertura degli ugelli, protezioni e accessori come piastre di copertura),

m) per ciascuna applicazione elencare il protocollo di prova antincendio associato e il riferimento del rapporto di prova.

Manutenzione dei sistemi water mist: come effettuarla?

Gli impianti antincendio sono impianti normalmente in stand-by, che si attivano nel momento in cui si presenta un evento incidentale.

Per questo motivo sono suscettibili a mancato funzionamento qualora la loro efficienza non sia mantenuta sempre attiva tramite le attività di manutenzione e prove programmate.

Spesso le attività manutentive sono considerate un onere gravoso, o difficoltose per la tipologia di alcuni impianti, e per questo non le si concede la giusta importanza.

Oppure vengono effettuate da personale non dovutamente formato o senza esperienza specifica dell’impianto da manutenere.

Poiché questi impianti possono rimanere anche diversi anni in situazione di stand – by, la mancata o inefficace manutenzione può generare inefficienze al momento del bisogno.

Queste inefficienze si trasformano in:

  • Mancata erogazione
  • Erogazione difforme dai parametri di progetto

La manutenzione deve essere  effettuata in conformità alle indicazioni espresse nel DIOM ed in conformità alla norma.

Per impianti domestici e residenziali, le funzioni di verifica e manutenzione possono essere svolte dall’utente. Almeno una volta all’anno, o più frequentemente quando richiesto dal manuale DIOM, tutti i sistemi devono essere accuratamente ispezionati e testati per il corretto funzionamento da personale competente.

Proprio in questa ottica il Normatore, nell’edizione corrente, ha intensificato le attività manutentive definendo un programma dettagliato di tutti gli interventi che possono minimizzare il rischio di un mancato o inefficiente intervento

MANUTENZIONE SECONDO CAP. 9 EN 14972:2020
Settimanale Verifica di tutti i manometri che si trovano sui tronchi principali e sulle bombole. La pressione delle linee a secco degli impianti a preazione non deve essere inferiore a 1 bar a settimana
Verifica di tutti i livelli dei serbatoi di acqua
Corretta posizione di tutte le valvole shut off
Controllo se l’allarme di ogni valvola è funzionante
Test Pompa
Verificare e registrare la pressione di partenza del gruppo
Verificare livelli di olio e lubrificanti
Verificare pressione dell’olio
Test Motore diesel
Mantenere in attivo il motore per 20 min
Fermare il motore e attivarlo immediatamente tramite il pulsante di test
Il livello dell’acqua del livello primario del circuito chiuso deve essere controllato
Verificare pressione olio temperatura motore refrigerante, controllare manichette, verifica perdite.
Mensile Verificare il corretto funzionamento dei sistemi di riscaldamento
Verifica delle batterie (livello elettrolita e acido)
Trimestrale Verificare il gruppo di pompaggio con ogni sua valvola
Far partire le pompe e verificare che la pressione non sia inferiore ai valori di targa
Effettuare le sequenze di attivazioni multiple di pompe
Tutte le forniture elettriche secondarie devono essere testate
Tutte le valvole di shut off attivate e richiuse opportunamente 
Simulare l’attivazione di un ugello per verificare il corretto funzionamento delle segnalazione di allarme, scarica intervenuta e che la pompa parta automaticamente
Verifica delle parti di ricambio
Semestrale Verifica di valvole a secco e valvole a diluvio
Verifica del sistema di rivelazione e allarme
Annuale Verifica del rischio – variazioni alle strutture o al carico di incendio
Ispezione visiva degli ugelli
Il gruppo di pompaggio  deve essere testato a pieno carico (usando una linea dedicata )
Verificare il fail-to start secondo 12845 per motore diesel 
Verificare valvole di riempimento acqua nei serbatoi
Verificare che i filtri del gruppo di pompaggio siano puliti
Verificare tubazioni e staffaggi siano liberi da corrosione e danni meccanici
Verificare la messa a terra delle tubazioni
Verifica del grado di riempimento dei serbatoi e delle bombole (< del 5% della carica/pressione)
Verificare i trasmettitori di segnale da remoto
Ispezione visiva del sistema (se dubbio di perdite procedere alla pressatura delle linee)
Triennale Tutti i serbatoi devono essere esaminati esternamente per corrosione 
Controllare tutte le valvole shut off e di controllo
Quinquennale Due ugelli per sezione devono essere testati per la verifica di:
funzionalità
fattore k
temperatura di intervento
risposta termica
Decennale Pulizia di tutti i serbatoi di acqua
Flussaggio tubazioni

Il personale che effettua le manutenzioni deve avere conoscenza ed esperienza del quadro normativo degli impianti sui quali deve intervenire, nonché una conoscenza ed una formazione pratica dei componenti degli impianti.

Chi può effettuare la manutenzione degli impianti antincendio?

Per poter effettuare le manutenzioni su un impianto water mist, il tecnico manutentore deve essere in possesso di:

  • Attestato di qualifica rilasciato dai VV.FF.
  • Attestato di formazione rilasciato dal produttore dell’impianto water mist

In assenza di uno dei due attestati, il tecnico manutentore non è autorizzato ad effettuare le manutenzioni su di un impianto water mist.

Per quanto riguarda gli impianti ad uso residenziale, almeno una volta all’anno, il sistema deve essere mantenuto secondo le istruzioni del costruttore da una società autorizzata dal costruttore.

L’installatore deve fornire all’utente un programma di manutenzione del sistema e dei componenti in conformità con il manuale di progettazione e installazione del produttore.

Il programma deve includere istruzioni sulle azioni da intraprendere in caso di guasti.

Tecnico per la manutenzione antincendio qualificato: il Decreto controlli e UNI EN 14972-1:2021

Il 25 settembre 2021 è stato pubblicato il “Decreto Controlli” che regolamenta i “Criteri generali per il controllo e la manutenzione degli impianti, attrezzature ed altri sistemi di sicurezza antincendio, ai sensi dell’articolo 46, comma 3, lettera a) punto 3, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81”.

Tra i punti rilevanti del Decreto, redatto dal Ministero dell’interno in concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, c’è l’introduzione della figura del tecnico manutentore qualificato.

Il punto 6 dell’Allegato 2 del decreto cita:

Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco rilascia l’attestazione di tecnico manutentore qualificato a seguito di valutazione positiva dei risultati dell’apprendimento.

Quali sono i compiti e le attività che il tecnico manutentore qualificato può e deve svolgere?

  • Eseguire i controlli documentali;
  • Eseguire i controlli visivi e di integrità dei componenti;
  • Eseguire i controlli funzionali, manuali o strumentali;
  • Eseguire le attività di manutenzione necessarie a seguito dell’esito dei controlli effettuati;
  • Eseguire le registrazioni delle attività svolte su supporto cartaceo o digitale;
  • Eseguire le attività di manutenzione secondo le norme e le procedure relative alla sicurezza e alla salute dei luoghi di lavoro e alla tutela dell’ambiente;
  • Relazionarsi con il datore di lavoro (o responsabile dell’attività) in merito alle attività di controllo e manutenzione;
  • Coordinare e controllare l’attività di manutenzione.

Protocolli di prova e certificazione dei componenti

Nella nuova edizione della UNI EN 14972, i protocolli di prova sono stati pensati come norme a se stanti e al momento sono stati identificati 16 protocolli di prova (non ancora tutti pubblicati).

Dettaglio dei protocolli prova

  • Parte 2: protocollo di prova per aree commerciali per sistemi con ugelli automatici; Un rapporto di ispezione comprensivo di raccomandazioni deve essere archiviato presso o dal proprietario. Al momento del test di accettazione deve essere fornito un programma di manutenzione completo, compreso il programma di ispezione e di servizio dell’utente. La documentazione di progetto, installazione e messa in servizio deve essere conservata dall’utente dell’impianto, in modo da essere a disposizione per eventuali ispezioni del sistema water mist. Almeno una volta all’anno, il sistema deve essere mantenuto secondo le istruzioni del costruttore da una società autorizzata dal costruttore L’installatore deve fornire all’utente un programma di manutenzione del sistema e dei componenti in conformità con il manuale di progettazione e installazione del produttore.
    Il programma deve includere istruzioni sulle azioni da intraprendere in caso di guasti.
  • Parte 3: protocollo di prova per uffici, aule scolastiche e hotel per sistemi con ugelli automatici;
  • Parte 4: protocollo di prova per occupazioni non di stoccaggio per sistemi con ugelli automatici;
  • Parte 5: protocollo di prova per autorimesse per sistemi con ugelli automatici;
  • Parte 6: Protocollo di prova per controsoffitti e sottopavimenti per sistemi con ugelli automatici;
  • Parte 7: protocollo di prova per occupazioni commerciali a basso rischio per sistemi con ugelli automatici;
  • Parte 8: Protocollo di prova per macchine in involucri superiori a 260 m3 per sistemi con ugelli aperti;
  • Parte 9: Protocollo di prova per macchine in involucri non superiori a 260 m3 per sistemi con ugelli aperti;
  • Parte 10: protocollo di prova per la protezione di atri con ugelli laterali per sistemi con ugelli aperti;
  • Parte 11: protocollo di prova per tunnel di cavi per sistemi con ugelli aperti;
  • Parte 12: protocollo di prova per friggitrici commerciali per sistemi con ugelli aperti;
  • Parte 13: protocollo di prova per wet benches e altre apparecchiature simili per sistemi con ugelli aperti;
  • Parte 14: protocollo di prova per turbine a combustione in involucri superiori a 260 m3 per sistemi con ugelli aperti
  • Parte 15: protocollo di prova per turbine a combustione in ambienti non superiori a 260 m3 per sistemi con ugelli aperti;
  • Parte 16: Protocollo di prova per cucine a olio industriali per sistemi con ugelli aperti
  • Parte 17: protocollo di prova per occupazioni residenziali per sistemi con ugelli automatici.

Certificazioni e componenti: quali sono?

EN 54 – Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio

Quando l’attivazione del sistema dipende da un impianto di rivelazione, tutte le parti dell’impianto di rivelazione dovranno essere conformi alle relative parti della EN-54.

UNI EN 12094 – Componenti di impianti di estinzione a gas 

Parte 1 : dispositivo di controllo automatico elettrico e dispositivi di ritardo

Parte 2:  dispositivo di controllo automatico non elettrico e dispositivi di ritardo

Parte 4: valvole e attuatori

Parte 8: connettori

Parte 10: manometri e pressure switches

UNI EN 12259 – Componenti per impianti sprinkler e water spray

Parte 1: sprinkler

Parte 2: valvole di allarme a secco

Parte 3: valvole di allarme a umido

EN 17450 -1: Componenti per sistemi water mist – Filtri

EN17451 : Sistemi automatici a sprinkler – progettazione , installazione e commissioning pump

EN 50342: batterie di avviamento al piombo

EN 60529: protezione (IP grado)

EN 60623: batterie secondarie

Direttiva 2014/68/UE – Attrezzature a pressione

Nei sistemi bombolari tutte le parti in pressione dovranno essere conformi alla direttiva PED

Direttiva 2010/35/UE – Attrezzature a pressione trasportabili

Nei sistemi bombolari, le bombole contenenti gas in pressione dovranno essere marcate ∏

Documenti a corredo degli impianti

Documentazione per l’accettazione del progetto, installazione e messa in servizio.

La documentazione per l’accettazione del progetto, dell’installazione e della messa in servizio deve includere almeno quanto segue:

  1. informazioni complete sul progetto, compresa l’identificazione del sistema, il tipo e l’applicazione, nonché i limiti di rischio,
  2. parametri di progettazione del sistema e calcoli idraulici (acqua o altro mezzo),
  3. requisiti per la messa in servizio e l’accettazione:
    • risultati delle prove idrostatiche;
    • che siano state eseguite le necessarie operazioni di lavaggio e pulizia in modo che le tubazioni siano libere e detriti che potrebbero causare il blocco degli ugelli,
    • risultati dei test funzionali,
    • il sistema installato è conforme alla documentazione (disegni e calcoli),
  4. descrizione completa del sistema funzionale (per includere sequenza operativa, ritardi, funzioni di interruzione, interruttori di manutenzione e tutti gli altri elementi pertinenti),
  5. ubicazione e identificazione degli ugelli,
  6. diagrammi schematici dell’intero sistema, inclusi tutti i collegamenti punto a punto all’interno dell’intero sistema.
  1. vista in pianta e in sezione dell’area protetta con la disposizione di:
    1. divisioni, dimensioni e ubicazioni delle zone,
    2. tutte le tubazioni, gli ugelli e tutti i ganci e supporti,
    3. tutti i dispositivi del sistema di allarme e controllo,
    4. tutti i dispositivi controllati, quali serrande, valvole, ecc .,
    5. tutti i segnali di avvertimento e di istruzione,
    6. vista isometrica del sistema completo,
    7. piani comprendenti tutti i dettagli di tutte le tubazioni e le attrezzature del sistema,
    8. Evidenza che il pericolo rientra nel campo di applicazione del manuale DIOM,
    9. schemi di linea del sistema ed elenchi di parti,
    10. disegni o schede tecniche o entrambi per l’identificazione dei componenti.

Se le condizioni sul campo richiedono una modifica rispetto alla documentazione approvata, la modifica deve essere registrata nella documentazione.

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